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Un canyon in Toscana

    Alla scoperta dell’Orrido di Botri

    Esistono luoghi che ci sono familiari; altri, invece, ci appaiono esotici e inconsueti: così ci risulta facile pensare alle campagne ed ai boschi cedui che si trovano fuori dalle nostre città, mentre l’immagine di un canyon ci richiama alla mente terre lontane ed incognite. Eppure, i canyon esistono anche in Italia: orridi e gole spettacolari, talvolta poco conosciuti, spesso più vicini a noi di quanto si creda.

    In Toscana, a circa 40 km a nord di Lucca, si può visitare l’Orrido di Botri: posto al limitare della selvaggia regione della Garfagnana, l’Orrido è una gola strettissima, bagnata dalle gelide acque del rio Pelago; le sue pareti, aspre e scoscese, in alcuni punti sfiorano un’altezza di 200 metri.

    Il Canyon di Botri può essere raggiunto da Lucca, seguendo la Statale n. 12 in direzione “Bagni di Lucca”. La strada, che costeggia il fiume Serchio, inizialmente è ampia e punteggiata di fabbriche, ma oltre Borgo a Mozzano diviene stretta e ripida e si addentra nei boschi. Seguendo i tornanti, superato Tereglio, si raggiunge la località Ponte a Gaio: qui si trova il Centro Visitatori e l’accesso all’Orrido.

    L’area è protetta dalla Riserva Naturale omonima, istituita nel 1971: la mano dell’uomo non è riuscita a lasciare il suo segno su questi luoghi; le estese faggete che circondano l’Orrido sono uno scrigno di natura incontaminata. L’accesso al canyon è regolamentato: è necessario pagare il biglietto (2 €) al Centro Visitatori, dove viene fornito anche un caschetto di sicurezza; quindi ci si può avventurare nella gola.

    Varcare l’ingresso è emozionante: sembra di entrare nel ventre della montagna.
    Le alte pareti impediscono il passaggio ai raggi del sole e in pochi metri la temperatura si abbassa notevolmente; anche i rumori vengono filtrati, creando un’atmosfera ovattata e sospesa.
    Nei punti in cui ci si discosta dallo scroscio dell’acqua si viene investiti dal suono del silenzio: è una sensazione quasi violenta.

    Dopo il tratto iniziale il sentiero cessa di costeggiare il torrente e comincia a procedere direttamente al suo interno. L’acqua ha una temperatura di circa 8°C e arriva al ginocchio; la temperatura dell’aria, tra le strette pareti verticali, è di poco superiore.
    Se si ha l’accortezza di evitare le pozze, il livello dell’acqua non supera mai le ginocchia: ma
    evitare le pozze non è così facile. In alcuni punti le foglie coprono completamente la superficie dell’acqua: questi tappeti vegetali hanno l’apparenza di superfici solide, offrono appoggi mendaci e… Mandano a fare il bagno, dentro “marmitte” abbastanza profonde (alcune più di un metro).

    In breve si viene rapiti dalla maestosa e selvaggia bellezza della gola. Il passo dell’escursionista fa fuggire i merli acquaioli; guardando in alto si vedono volteggiare le poiane, e pare che tra queste rocce remote nidifichi anche l’aquila. Procedendo si incontrano alcune piccole cascate, facili a superarsi; si giunge infine alla “Piscina”, una vasca di roccia in cui si riversa una cascata più grande oltre la quale non si passa.

    La spettacolarità del luogo evoca paragoni letterari: i massi levigati del letto del torrente sono “enormi come uova preistoriche” (Marquez); le pareti a picco drappeggiate di felci sembrano uscite da una jungla salgariana.

    In autunno solo pochi coraggiosi si avventurano a sguazzare nelle fredde acque dell’Orrido: trovarsi soli al suo interno regala una perduta, primitiva sensazione di comunanza con la terra.

    INFORMAZIONI

    • Il tratto percorribile dell’Orrido richiede 4 ore tra andata e ritorno: per visitarlo non è necessario essere esperti alpinisti, ma servono un piede sicuro e attrezzatura adeguata.
    • A seconda della stagione l’acqua può essere piuttosto alta: anche nei periodi in cui la portata del torrente è minima è impossibile evitare di bagnarsi almeno i piedi. E’ essenziale avere scarpe e vestiti di ricambio, ma probabilmente la cosa migliore è dotarsi del pezzo inferiore di una muta da sub, se la si possiede.
    • I pantaloni di neoprene proteggono anche dalla temperatura dell’aria, che nella gola è di vari gradi inferiore rispetto all’esterno.
    • La muta permette di sguazzare senza problemi nell’acqua gelida, giocando agli esploratori.
    • L’accesso all’Orrido non è permesso nel periodo invernale: le date di apertura e chiusura stagionali possono variare a seconda delle condizioni meteorologiche.
    • Centro accoglienza del CFS – Ponte a Gaio: tel. 0583 – 800020
    • Ufficio territoriale per la biodiversità di Lucca: tel. 0583 – 955525/26 – e-mail: utb.lucca@corpoforestale.it